Per ora sono solo buone intenzioni, ma la strada sembra quella giusta. Pubblichiamo una scheda tratta dal sito fasi.biz/it ed un commento uscito sul supplemento settimanale de Il Manifesto, L’Extraterrestre.
La strategia per la biodiversità si compone di una serie di obiettivi. I principali tra questi sono:
- raggiungere una quota di almeno il 30% delle aree rurali e marine europee protette. Lo scopo è fare leva sui siti Natura 2000 esistenti e integrarli con zone protette a livello nazionale, garantendo al contempo una protezione rigorosa delle aree particolarmente ricche di biodiversità e ad altissimo valore climatico;
- trasformare il 10% delle superfici agricole in aree ad alta biodiversità.
Bruxelles punta anche al ripristinare gli ecosistemi degradati che versano in condizioni precarie e ridurre le pressioni sulla biodiversità. Per raggiungere questo obiettivo le azioni possono essere:
- elaborare una proposta relativa a un nuovo quadro giuridico per il ripristino della natura;
- migliorare lo stato di conservazione o la tendenza alla conservazione per almeno il 30% degli habitat e delle specie UE il cui stato non è soddisfacente;
- recuperare almeno 25mila km di fiumi a scorrimento libero;
- arrestare e invertire il declino degli uccelli e degli insetti presenti sui terreni agricoli, in particolare gli impollinatori;
- ridurre l’uso e i rischi dei pesticidi chimici in genere e ridurre del 50% l’uso dei pesticidi più pericolosi;
- adibire almeno il 25% dei terreni agricoli all’agricoltura biologica e migliorare in modo significativo la diffusione delle pratiche agroecologiche;
- ridurre le perdite dei nutrienti contenuti nei fertilizzanti di almeno il 50% e l’uso di fertilizzanti di almeno il 20%;
- piantare almeno 3 miliardi di alberi, nel pieno rispetto dei principi ecologici, e proteggere le foreste primarie e antiche ancora esistenti;
- evitare le catture accessorie di specie protette, oppure ridurle a un livello che consenta il pieno recupero delle popolazioni e non ne pregiudichi lo stato di conservazione.
Inoltre, la strategia mira a creare le condizioni per un cambiamento profondo mettendo in moto un nuovo processo, finalizzato a migliorare la governance della biodiversità e garantire che gli Stati membri integrino nelle politiche nazionali gli impegni delineati nella strategia. Un centro di conoscenze sulla biodiversità e un partenariato per la biodiversità sosterranno una migliore attuazione della ricerca e dell’innovazione in materia a livello europeo. La strategia intende far sì che i regimi fiscali e i prezzi rispecchino in modo più accurato i veri costi ambientali, compreso il costo della perdita di biodiversità, e che quest’ultima sia realmente integrata nel processo decisionale pubblico e delle aziende.
La strategia prevede un finanziamento di 20 miliardi di euro l’anno tra fondi UE, nazionali e privati. Le comunicazioni, che pongono le basi anche all’utilizzo delle nuove biotecnologie in campo, non sono vincolanti ma indicano le linee guida per futuri atti legislativi da concordare con Consiglio e Parlamento europeo. [fonte: fasi.biz/it]
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